lunedì 23 maggio 2011

"Voli notturni", il novantesimo racconto di "La paura fa 90", di Danilo Arona

Ho fatto un passo indietro e ho ceduto la penna critica a una mano femminile, quella di Ilaria Spes, che ha commentato il racconto di Danilo anche citandolo:

“In una depressione grigia, tra i miasmi malsani di rogge e fossati, la paura della guerra, dell’ignoto e della morte. La paura delle cose che il buio può celare. Maledizioni e sciagure. Brontolii laceranti e rumori ansimanti. Attraverso un ritmo e atmosfere narrative simboliche, inquietanti e incalzanti, tra silenzi che circondano come un filo spinato e luci fioche che respingono e trattengono, in un incalzare di suggestioni indecifrabili e scoperte agghiaccianti ... il lettore viene inghiottito nell’antro spaventoso e avvincente del racconto.”

Io, di mio pugno, voglio aggiungere soltanto che il racconto ha passaggi topici, ma originali, della letteratura horror. Che non voglio svelare, per non guastare la festa ai lettori.

La paura fa 90 (90 racconti da 666 parole)

Con i libri mi rapporto in modo decisamente fisico. Questa antologia l’ho attesa con impazienza, perché trovo intriganti molti elementi. Innanzitutto l’alchemica combinazione di numeri: il 90 e il terribile 666.

Così, quando ho potuto mettere le mani sulla nuova antologia di Braviautori.it ho sfogato alcuni impulsi: quello estetico innanzitutto. La copertina di Roberta Guardascione è paurosamente programmatica, un bianco e nero come nella miglior tradizione dell’orrore; i titoli dei racconti gocciolano inchiostro, i numeri delle pagine sono sinistramente incasellati sotto tre svolazzanti pipistrelli …

Così mi sono tuffato nel vortice che la falce in copertina scatena. Ne cito alcune tappe.

Polissena e il suo quadro impressionistico nella rilettura del mito delle sirene antropofaghe.

L’originale storia, commista di quotidiana follia, di Lorenzo Crescentini.

L’umorismo irriverente di Francesco Scardone.

La narrativa incalzante, irrequieta e inquietante di Lorenzo Marone.

La riedizione horror del fantasma di Cappuccetto Rosso nel dipinto di Giorgia Rebecca Gironi.

Il parricidio, riecheggiante la tragedia greca in chiave horror, di Igor Lampis.

L’introspezione lirica di Ilaria Spes nel raccontare una paura che scatena una mania.

E tanti, tanti altri ancora. Sino al gioiello che ci regala Danilo Arona con i suoi “voli notturni”

Che sia la dimostrazione che la “cultura libera” davvero produce risultati di valore?

Grazie Massimo!

La bibbia oscura di Carlo Santi

Secondo, emozionante capitolo della saga di Tommaso Santini, il risolutore dagli occhi di ghiaccio, che questa volta contrastano due occhi di fuoco, quelli del Demonio.

Con un balzo all’indietro nelle Scritture, il passaggio dal Nuovo (“Il quinto vangelo”) al Vecchio Testamento (“La bibbia oscura”) viene celebrato con il filo conduttore delle profezie di Nostradamus.

Qual è il denominatore comune tra personaggi come il crociato scomunicato Federico I, il geniale Leonardo da Vinci, il conquistatore Napoleone e il folle Hitler?

L’elemento di comunanza tra i quattro sembra essere la lettura, proposta dal Diavolo, di un libro nefasto scritto nientepocodimeno che con il sangue di un apostolo suicida, Giuda.

E quale strana coincidenza lega la misteriosa morte di papa Luciani alla nascita dell’Anticristo, nell’ambito delle sinistre ricorrenze del numero trentatre?

La narrazione viene condotta creando suspense, senza che tuttavia manchino trovate divertenti (“Dove lo trovo un Anticristo in giro per il mondo?” “Che faccio? Metto un annuncio: cercasi figlio del Diavolo, chiamare ore pasti!” …) e il gusto per l’azione, al quale l’autore ci ha abituati, tra continui capovolgimenti di fronte: inseguimenti, prelevamenti di DNA nelle bare al cimitero, corse in elicottero, esplosioni ...

Carlo ti inchioda alla lettura, senza perdere l’occasione per comunicare il suo interesse (trasgressivo quanto basta) per una riflessione teologica sul male, un nemico da sconfiggere a tutti i costi. E lo fa nel più inquietante dei modi: sviluppando il suo romanzo intorno a una delle più terribili figure del XX secolo. Evocando lo spettro di un’ideologia che ha devastato la storia contemporanea e ventilando la minaccia che un cataclisma simile o peggiore - se mai possibile! - possa ancora ripetersi nell’avventura dell’umanità. Sino a un drammatico scontro finale…

Amori anomali di Daniela Frascati

Cinque racconti, cinque forti emozioni.

“Il collocatore” nasce e si sviluppa come una poesia per la tenuità delle descrizioni psicologiche e paesaggistiche. Mentre lo leggo, sento il profumo della marmellata d’arance sprigionarsi dalle pagine. Solo che … solo che, a un certo punto, il racconto s’impenna. L’epilogo, sconvolgente, mi ha comunicato la stessa inquietudine che certi miti greci hanno provocato in me studente (e qui la mente va al mito di Crono e Urano).

“Come vuole il destino”: è stato difficile riprendermi dal finale del racconto precedente. Ho dovuto rileggere le prime due pagine del secondo “amore anomalo” almeno un paio di volte (consiglio pertanto di leggere i capitoli uno per volta, non tutti d’un fiato come ho fatto io …), perché la mia mente stentava “a cambiar registro”. Tema difficile affrontato con tanta allegoria e non: la droga dei poveri (pratica diffusa anche tra i bambini nei paesi dell’est o nell’America Latina). Molto efficaci gli inserti che pennellano le allucinazioni di Maria Nives.

“Amor anomalo”: già la dedica, a Frida Kahlo, la dice lunga. Confesso di averlo letto confidando che la bambina assediata risolvesse in altro modo il dramma del “diventare grandi”. Ho sperato fino all’ultimo in un miracolo del surrealismo. Ma non sono rimasto deluso, perché il lietofine sarebbe stato incoerente.

“Cuore sacro”: racconto sottilmente iconoclasta. Citerò soltanto la sapiente scelta dei nomi: “Venerina Amorante” la protagonista stimmatizzata, “Convento dello Spasimo” il luogo dal quale Venerina viene allontanata per essere relegata nel Bronx, “Missionarie della Ragione” l’ordine di appartenenza.

“Amore ibrido”: storia sospesa tra la rappresentazione metafisica di una bidonville e il mistero che permea culture ancestrali. Ma Daniela che fai, ai tuoi racconti metti anche la colonna sonora? Qui, in sottofondo, sembra di sentire un ritmo africano di tamburi …

O, dopo averti letto, sono diventato visionario?

Sette giorni di Andrea Barillà

SETTE GIORNI di A. Barillà è una storia originale scritta con uno stile molto personale. Interessante la tecnica della "storia circolare": il primo capitolo crea nel lettore un'aspettativa che viene puntualmente disattesa nel finale (concitato e il lettore parteggia per i protagonisti, ma soprattutto per Luca, il bambino). In filigrana, squarci impressionistici di Milano, città che io particolarmente amo. Ho letto con notevole apprensione e coinvolgimento gli sviluppi di un evento tutt'altro che improbabile (Fuhushima docet): quello dell'inversione dei poli. Perché - lo devo confessare - anch'io sono TONSILLECTOMIZZATO.

Il quinto Vangelo di Carlo Santi

Quanti ingredienti in questo romanzo di Carlo! Azione, tanta azione (combattimenti, traversata del deserto, prigionie, fughe, capovolgimenti di fronte), spunti filosofici (il nous) e agiografia, una storia d'amore che si snoda fuori dai canoni consueti, un sottofondo di eresia e trasgressione ...

E poi un incredibile lavoro di squadra! Perché il risolutore dagli occhi di ghiaccio è protagonista, ma è anche il leader di una squadra affiatata. Un team ove ognuno ha una sua specializzazione. E, si sa, l'unione fa la forza!

La storia si svolge tra Vaticano, colli Euganei, Egitto, Aquisgrana e Montecarlo, fino a giungere al sorprendente colpo di scena finale, per il quale io avevo puntato su un'altra identità: sono rimasto piacevolmente sorpreso nel sorprendermi.

E attenzione! E' soltanto la prima puntata. Perché il risolutore aspetta i suoi lettori con la seconda vicenda nell'antico testamento: LA BIBBIA OSCURA.