Dopo aver recensito “Chiudi gli occhi” “La verità bugiarda”, “L’esistenza di Dio”, “Strane cose, domani” di Raul Montanari, segnalo qui, in www.braviautori.it, l’ultimo romanzo dello stesso autore: “L’esordiente”, che tratta molti temi cari al sito ospite.
“E quali sono queste connessioni?”, vi chiederete.
Ad esempio le motivazioni dello scrittore: “All’inizio uno scrive per farsi ammirare … e per interessare gli altri ai suoi problemi … il passaggio fondamentale per diventare un narratore è …” (sospendo volutamente la rivelazione).
Ancora? Ho trovato un originale identikit: “Lo scrittore è un ladro, un assassino, un santo”. Seguono le motivazioni.
Qualche provocazione? In un passaggio surreale del romanzo, vengono descritti Inferno e Paradiso: in tutto identici e l’unico discrimine sta nel fatto che “gli angeli pubblicano”.
E poi, altri affreschi, a ritmo sostenuto: come l’ambiente del corso di scrittura creativa (autobiografico?) e quello della casa editrice. E, a seguire, qualche altra pennellata sul mestiere dello scrittore (“Questo lavoro diventa pervasivo. Divora. Tracima …”) e sulle sue ossessioni: l’avversione a essere inquadrato in un genere narrativo, l’ansia per il premio letterario.
Un’ulteriore folgorante intuizione che ho letto: “Il romanzo non è più lungo del racconto. E’ più largo.”
Infine, il sogno-incubo, l’evento: la presentazione del romanzo.
Su queste premesse si innesta la vicenda di Livio Aragona, a partire da una ricorrenza annualmente cadenzata: fotografarsi nudo, davanti allo specchio, ogni capodanno. Ma questa è un’altra storia, quella de “L’esordiente”, alla quale dedicherò un altro commento. Qui ho voluto parlare soltanto di scrittura e autori (emergenti, esordienti o affermati che siano) rimandandovi a un divertente gioco-sondaggio che l’amico Diego Di Dio ha postato su FB …
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